sabato 26 settembre 2009

Identità di zona

Penso che in un futuro più o meno prossimo, si evidenzieranno  sempre più due strade produttive, la prima di facile consumo, vini legati al vitigno, di corretta fattura ma senza una vera identità di zona. Altra strada sarà destinata a tutti quei vini che insieme alla bottiglia e relativo contenuto, offrono una storia produttiva ben precisa, più o meno storica.
Questa volta non voglio parlare di noi e del nostro posizionamento in queste due strade, lascio ad ognuno il proprio pensiero, quel che vorrei è cercare di capire quale potrebbe essere il futuro di questo Oltrepò Pavese nelle due opportunità.
La prima è molto semplice, le cantine sono perfettamente in grado di produrre vini corretti d’annata, la grande distribuzione organizzata è il vero motore che consuma milioni di bottiglie di detto prodotto, quindi  il lavoro è certo.
Pena la grande concorrenza con una miriade di altri vini analoghi di tutto il mondo, sarà quindi una vera e propria battaglia dei prezzi, valore aggiunto basso.
La seconda è decisamente più complicata e di difficile attuazione, il lato positivo è che l’Oltrepò Pavese ha una storia produttiva secolare vera, ed una massa critica importante in termini di numeri; questa è una base molto forte sulla quale poggiare i nostri progetti futuri.
Per progetti futuri, non si intende stravolgere inventando solo cose nuove, per progetti  si intende  definire la produzione in modo molto chiaro e razionale rispetto al territorio Oltrepò Pavese stesso, alcuni prodotti, sicuramente i più storici e radicati, saranno le nostre bandiere, le nostre opportunità per seguire la seconda strada, quella che porta ad un valore aggiunto, ad un posizionamento edonistico sui mercati del mondo.
Sopra ho scritto che non avrei parlato del nostro posizionamento odierno, lo farò dicendo che l’Olrepò Pavese per chi scrive è posto esattamente a metà fra queste due strade. Siamo come nel limbo, mai come ora si rende necessario decidere. Non sarà possibile percorrere immediatamente solo la seconda strada, dovrà comunque diventare il nostro obbiettivo finale; per arrivare a questo sarà inevitabile seguire in parte la prima, ma scindendola molto bene dalle seconda, in modo tale che non abbia a svilire il lavoro importante e oneroso di produzione e comunicazione del progetto vero Oltrepò Pavese.
Dentro o fuori, decidiamo se rimanere produttori di uve. Punto. Altrimenti, così come mi aspetto, ci infiliamo il vestito buono e ci presentiamo al mondo consumatore, con tutte le credenziali per essere considerati così come ci meritiamo e come la nostra storia antica recitava.
Buona la seconda!

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